Buona domenica Surfers!
In questo appuntamento ho deciso di parlare sia dello stato attuale dei mercati che a mio parere, merita attenzione, sia continuare con la serie di articoli “Cracking the Stock market”.
In questo Market Recap parleremo di:
Massimi in vista
Possiamo andare short?
Aggiornamento sul sentiment
Cracking the Stock Market Parte 4 (Intermarket)
Buona lettura!
Massimi in vista
Abbiamo quasi raggiunto il periodo storico più ribassista dell'anno sull'S&P 500, che va dalla chiusura del 17 luglio al 25 settembre.
Non reagite in modo eccessivo a questa notizia. È vero che si tratta del periodo più ribassista, ma raramente si assiste a cali enormi, soprattutto in un bull market come quello che si sta sviluppando.
È chiaro che durante i mesi estivi c’è da combattere un po’ di più, questo dicono le tendenze, che sono appunto delle tendenze e non sono GARANZIE.
Mentre sto cercando di individuare un top di breve termine e, eventualmente acquistare nuovamente a prezzi più convenienti nelle prossime settimane, sto diventando sempre più nervoso nel breve termine.
Ecco quali sono i 5 motivi:
Divergenze negative in tutti i nostri indici principali sui loro grafici giornalieri (il NASDAQ è particolarmente vulnerabile a -7% dai massimi storici).
Dopo una cavalcata gloriosa di diverse settimane, RSI in ipercomprato indica un probabile stallo dei prezzi. Stallo, non crollo!
Venerdì c’è la scadenza tecnica delle opzioni, con tonnellate di premi nelle call in the money nel mercato azionario, storicamente di debolezza nel breve periodo
Il periodo peggiore dell’anno inizia settimana prossima
il rapporto Put/Call ratio indica che il massimo è vicino, come vedremo nel seguito dell’articolo
Nell’ipotesi bearish mi aspetto un comportamento simile a quello di febbraio/ marzo 2023 dove il supporto 1 e 2 sono le aree di riferimento.
Nella peggiore delle ipotesi un test di area 13750 che corrisponde con il ritracciamento del 38.2% di Fibonacci di tutta la gamba rialzista degli ultimi 7 mesi, che coincide con i massimi di agosto 2023. Questa è l’ipotesi più ribassista che, per avverarsi, dovrà accadere un evento, un qualcosa che ancora non è stata scontata nel mercato.
Questo per mantenervi vigili e non adagiarvi sugli allori del mercato rialzista, ma non vuol dire neanche che assisteremo a un grande crollo. Non è questione di avere torto o ragione, ma solo di sana strategia e gestione.
Anzi, visti i segnali rialzisti che vedo sul mercato, credo che per il 25 settembre saremo a prezzi più alti rispetto a quelli di adesso, ma non scommetterei su un rialzo massiccio.
Il mio suggerimento?
Riducete le vostre aspettative, ma mantenete un orientamento rialzista in quelle aree del mercato che stanno funzionando.
Possiamo andare short?
Se volete assumervi questo rischio, la scelta è vostra. Non mi piace andare allo scoperto in un mercato toro secolare, considerando che potremmo non assistere a nessuna vendita importante ma solo a storni fisiologici.
Sentiment - (troppo) ottimismo sui mercati?
La media mobile a 5 giorni del rapporto Put/Call equity ($CPCE) continua a scendere sempre di più.
Quando questa media mobile troverà un fondo, è molto probabile che il mercato azionario trovi un top a breve termine.
Nel 2023 ci siamo avviati verso un periodo molto più rialzista, quindi è normale che questa media continui a puntare continuamente verso sud.
Tuttavia, sarei MOLTO sorpreso vedere questa media mobile scendere al livello di 0.45, livello che abbiamo visto nell'aprile 2022.
Ritengo che ci stiamo avvicinando a un minimo significativo in questa lettura del sentiment.
Lo dico solo per diffondere un po' di cautela a breve termine e non erodere i profitti accumulati in questi ultimi due mesi. Non si tratta di un segnale a lungo termine, ma una indicazione di debolezza per le prossime 2-3 settimane.
Cracking the stock market (Pt 4)
Continuiamo la serie degli articoli “Cracking the stock market” parlando di oro, argento e rame.
Nel prossimo e ultimo episodio parleremo di petrolio con uno sguardo ai mercati internazionali.
Oro
Molti guardano all'inflazione e al dollaro USA quando analizzano le prospettive dell'oro.
Sebbene non sia in disaccordo con questo approccio, in quanto vi sono numerose prove che suggeriscono di fare esattamente questo, ritengo che il fattore più importante da considerare quando si valuta l'oro sia la VOLATILITÀ ($VIX).
Ritengo che la PAURA sia un fattore determinante per decidere se possedere o meno l'oro.
Ecco la correlazione positiva tra il rapporto ORO vs S&P500 e la direzione del VIX:
Non a caso il rapporto è letteralmente schizzato verso l’alto durante il decennio perduto 2000-2010, anche se in quel periodo la debolezza estrema del dollaro è stata certamente la causa scatenante.
Tuttavia, oltre a un dollaro debole, vediamo che conviene puntare sull’oro solo quando c’è paura sui mercati.
Personalmente non sono un fan del metallo giallo, soprattutto quando vedo l'S&P 500 continuare a salire fino alla fine dell'anno e nel 2024 e contestualmente il VIX scendere ulteriormente.
La storia mi dice che non è consigliabile possedere oro in questo contesto, poiché la sua performance relativa è molto inferiore a quella dell'S&P 500, anche se il dollaro dovesse continuare a indebolirsi, continuerei a puntare sull’indice S&P 500 piuttosto che sull’oro.
Argento
E’ da molti considerato un metallo prezioso, ma non reagisce cosi bene alla paura come l’oro. Infatti, se postassi lo stesso grafico, vedreste che non esiste una correlazione ben definita.
Ciò è dovuto al fatto che l'argento è utilizzato nella produzione industriale, quindi la sua domanda/prezzo sarà più legata alla forza economica rispetto all'oro.
Diciamo che è una via di mezzo tra l’oro che reagisce bene come alla paura, e il rame metallo prettamente RISK ON legato al mondo industriale
Rame
Questo è il metallo a cui presto maggiore attenzione, perché il rame è utilizzato in molti settori della produzione/costruzione ed è quindi fortemente legato alla forza economica globale.
Se per il rame utilizzo lo stesso grafico che ho usato sopra per l'oro, e subito vi balza all’occhio la differenza principale.
Si può notare che la correlazione tra la forza relativa del rame rispetto all'S&P 500 e la direzione del VIX non è così correlata.
Qui c’è un mix tra due forze.
Se l'economia si espande, la domanda di rame aumenta, quindi aumenta il prezzo
Ma la stessa forza economica fa salire l'S&P 500 e scendere il VIX.
Quindi questo grafico non porta a nessuna conclusione (ecco perché l’analisi intermarket può risultare complessa soprattutto agli inizi).
Vediamo invece la correlazione tra il rame e l'indice S&P 500 non considerando il VIX:
La correlazione positiva estrema si vede molto più spesso su questo grafico, il che ci dice che il rame è molto legato all’economia e all’andamento dell’indice S&P 500.
Molte volte utilizzo il rapporto COPPER:GOLD per capire se siamo un una fase di RISK ON o RISK OFF dal punto di vista intermarket
Notate come il prezzo del rame hanno toccato il fondo nella parte centrale del 2022, quasi contemporaneamente all'S&P 500, così come in altre occasioni questa correlazione positiva si è riproposta.
Divergenze traa queste due asset class sono da guardare con sospetto, come il periodo 2018/2019.
Al momento, ritengo che il calo del VIX e il rinnovato avanzamento del mercato rialzista secolari mettano in difficoltà molte materie prime su base relativa. Potrebbero salire su base assoluta, ma credo che l'S&P 500 sia l'opzione di investimento migliore per la fine del 2023 e per il 2024 anche con un dollaro in discesa.